La Design Week secondo Camilla Bellini

Una chiacchierata con la blogger e influencer Camilla Bellini per ripercorrere attraverso i suoi occhi l’appena conclusa Design Week e il Salone del Mobile, fra tendenze, brand che si sono distinti e appuntamenti memorabili

È l’autrice del blog “The Diary of a Designer”, trampolino di lancio di cui ha varcato i confini virtuali per affermarsi come Influencer nel panorama del design – tanto da essere stata scelta quale Membro Italiano della Discovery Jury a Maison&Objet.
Senese, classe ‘86, laureata in Industrial Design, Camilla Bellini ha contagiato il mondo dell’interior con l’entusiasmo di quella millenial generation che ha saputo cogliere le sconfinate potenzialità del web, trasformando un argomento alto e spesso esclusivo, quale è il design di qualità, in una coinvolgente chiacchierata dalle variegate tonalità semantiche. Un approccio e una passione con cui ha conquistato 72mila follower.
Abbiamo ripercorso con lei l’appena conclusa Milano Design Week e l’appuntamento cardine del Salone del Mobile.

 

Se dovessimo trovare tre parole chiave con cui definire le tendenze di questa Design Week, quali sarebbero?
Userei assolutamente: neutralità, classicismo e riedizioni. Per l’anno prossimo mi auguro che i tempi siano più maturi per interaction design, che le aziende siano più pronte ad accogliere le innovazioni tecnologiche che impattano sulla vita dei fruitori finali, delle persone.

C’è un particolare prodotto o brand che secondo la tua opinione si è particolarmente distinto per originalità nel panorama fieristico?
Ho apprezzato molto le ambientazioni ricreate da Zanotta, dove storia e contemporaneità convivevano serenamente. Progetti e prodotti storici del brand ripensati in chiave contemporanea.

Quanto spazio è stato dato al colore e in quali declinazioni?
Il colore è una componente fondamentale del design. Che si parli di prodotto, di interior o di allestimento, poco cambia: il suo è sempre un ruolo predominante. In questa edizione del Salone ho visto un uso del colore orientato prevalentemente verso sfumature neutre e naturali. Certo, non sono mancati nemmeno i tocchi cromatici più accesi.

Il concept espositivo a tuo parere meglio riuscito?
Mi è piaciuto molto lo stand di CC-tapis, in cui c’era un perfetto connubio tra arte e artigianato. I visitatori erano immersi in un’atmosfera coinvolgente, resa ancor più piacevole dalle colorazioni pastello e dalle nuance tenui. Non solo tappeti, ma tappeti d’arte. Concept che ho gradito molto.

Si è puntato più alla fantasia o all’emozionalità all’interno degli ambienti espositivi?
Direi che la formula largamente utilizzata all’interno degli ambienti espositivi è stata quella che miscela emozionalità e funzionalità. Dom Edizioni, Poltrona Frau, Gallotti e Radice, solo per citarne alcuni, sono brand che hanno investito molto in questo senso, rimanendo fedeli alla propria cifra estetica.

Nel campo del design emergente (mi riferisco in primis al SaloneSatellite), quali sono le strade maggiormente solcate dai giovani progettisti?
Così come per il Salone del Mobile, anche per quanto concerne il SaloneSatellite, non ho notato uno o più trend stilistici e progettuali particolarmente ricorrenti. Ho visto un’omogeneità di fondo, anzi, se posso permettermi una piccola critica, una creatività debole e poca voglia di osare. Tuttavia, i lavori di Stefano Carta, primo italiano a essere premiato al Satellite, racchiusi nel concept di Cucina Leggera mi sono sembrati notevoli.

Nel circuito del FuoriSalone, quali sono stati gli appuntamenti “imperdibili”?
Se si parla di appuntamenti imperdibili, mi viene subito in mente Moooi. Un’esposizione non solo emozionante e curata fino all’ultimo dettaglio, ma un allestimento che era pura poesia, nato da un concept originale, evocativo, suggestivo. Moooi ha ricostruito interi setting di arredi e complementi prendendo ispirazione dai disegni di dieci creature estinte. Un’esposizione, questa di Zona Tortona, che era fruibile anche dai bambini. Il design non ha età; constatarlo di persona, vedendo l’esposizione piena di famiglie con bambini è stato piacevole.
Poi come non citare le esposizioni di Studio Nendo e Giulio Cappellini al SuperStudio e Gubi nelle incantevoli stanze di Palazzo Serbelloni.