Mercati strategici per il futuro del mobile

Cresce l’arredamento ucraino, grazie a prodotti competitivi e alla partnership con l’Europa. E la Russia torna ad attrarre i player internazionali, soprattutto nell’alta gamma.

In Ucraina i produttori di mobili stanno adeguando i propri standard a quelli europei, in linea con il rafforzamento delle relazioni economiche fra il Paese e l’Ue. L’offerta del mercato dell’arredamento nell’ex repubblica sovietica è ampia, grazie al contributo sia dei prodotti fabbricati sul posto, sia delle importazioni. Il contesto è vivacizzato inoltre dalle imprese europee che negli ultimi anni hanno aperto una sede produttiva in loco. Il mobile Ue tuttavia costa ancora troppo alti e subisce la concorrenza dei più economici arredi ucraini o importati dalla Cina. La buona qualità a un prezzo molto competitivo spinge così la crescita del prodotto interno e gli investimenti nel settore. Il portale dell’industria nazionale ucraina Uprom riporta addirittura un incremento del mercato del mobile del 27% nel primo semestre 2017. Il ruolo dei partner europei è comunque destinato ad ampliarsi dopo l’entrata in vigore, il primo settembre scorso, dell’accordo di associazione con l’Ue, volto all’abolizione dei dazi. Se manterrà il trend attuale (+2,3% per il Pil 2016, 2% la previsione per il 2017), l’Ucraina si affermerà come uno sbocco strategico per gli investitori internazionali.

Anche in Russia, dopo anni di drastico calo, il settore del mobile sembra invertire la rotta. Nel 2016 la Federazione ha importato arredi per 1.854 milioni di euro, cifra che nel 2017 dovrebbe salire a 1.935 milioni e nel 2018 a 2.056, secondo il focus di FederlegnoArredo. Numeri ancora lontani dagli anni migliori, ma che restituiscono alla Russia un appeal forte e crescente per i player stranieri. L’alta gamma resta la fascia di mercato più interessante, dove vince il prodotto italiano con un fatturato di 85 milioni di euro, il 9,14% del segmento. Grazie anche alla lungimiranza di non disinvestire nel periodo più buio, l’Italia si conferma il secondo fornitore di arredamento della Russia, con una quota che, nel 2016, è aumentata fino al 24%, mentre la Cina, che pur domina largamente con il 36%, in due anni ha visto calare l’export di arredi verso Mosca del 60%.