La terza vita di Les Bains

Bathhouse della Belle Époque, nightclub di culto degli anni ’80 e ora boutique hotel. A fare il nuovo Les Bains, è un’allure potente di memoria e fascino, dove è possibile rimanere nella storia facendo parte del presente grazie all’intervento dell’architetto Vincent Bastie e degli interior decorator Tristan Auer e Denis Montel

Ha avvolto Marcel Proust nei suoi caldi vapori, sbaragliato il palco ai Depeche Mode, offerto i bagordi a Mick Jagger, David Bowie, Jean-Michel Basquiat, lanciato il nome di Philippe Starck. La storia non ha certo voluto un destino ordinario per il numero 7 di Rue du Bourg l’Abbé, a Parigi, dove si sono alternati un bagno termale, luogo d’incontro per Bohemian della Belle Époque,e un nightclub di fama internazionale che ha visto passare i nomi più celebri del jet set e nascere stelle senza tempo. Qui, nel cuore del Marais, quartiere-gioiello del terzo arrondissement dallo stile unico, questo edificio charmant e trasgressivo insieme si è ora trasformato in clubhouse e hotel, chiamato con dovere reverenziale Les Bains e voluto dall’artista e filmmaker Jean-Pierre Marois. Profondamente consapevole del ‘valore immateriale’ dello stabile – che appartiene alla sua famiglia dalla fine degli anni Sessanta – non è stato difficile dirigere Marois verso un recupero conservativo della memoria ancor prima che strutturale. “Desidero che gli ospiti percepiscano la stratificazione del tempo nel luogo – racconta -, le incredibili storie accadute e le vite che lo hanno toccato”. Compito delicatissimo affidato all’architetto Vincent Bastie e agli interior decorator Tristan Auer e Denis Montel (RDAI) – recentemente insigniti di onorificenze da parte di Architectural Digest i secondi e multi premiato il primo – che hanno saputo mantenere intatta quell’aura brillante aggiungendo personalizzazioni di grande gusto e forte impatto. Come la straordinaria facciata, un capolavoro haussmanniano, in contrasto con una serie di pilastri rosso lacca all’interno, che come gocce – chiaro richiamo al bagno termale – cadono dal soffitto per unirsi al pavimento. Audace nelle soluzioni che reinventano gli spazi, sempre nel rispetto delle radici, Bastie è riuscito a riconfigurare radicalmente i volumi amplificandoli. A evocare lo spirito del posto donandogli nuovo colore, in un ‘dritto e rovescio’ tra passato e presente, dove i rimandi al XIX secolo vengono riletti in chiave tecnologica. Ne è un esempio il pavimento originale: restaurato in modo tale da creare un gioco ottico graduale man mano che si procede, trasformando il decoro in un suggestivo effetto cinematografico morphing. Ancora in contrapposizione, in una parete, è la semplicità di materiali come il grès porcellanato con la complessità del loro trattamento: un milione e 800mila piastrelle tutte disegnate, modellate e posate a mano. E anche il soffitto, ricurvo e perforato, rifinito in loco, è dotato di una qualità acustica altamente performante, grazie a una particolare finitura, come pure gli elementi integrati di luce, aria condizionata e casse acustiche, che contribuiscono a creare un ambiente confortevole e ovattato nel quale potersi trattenere a lungo. Stesso obiettivo, quello della transizione tra antico e moderno, per i decoratori d’interni Tristan Auer e Denis Montel, ma attraverso la creazione di aree raccolte e intime – quelle pubbliche del bar, ristorante, patio e ingresso – e spazi dai mood diversificati – quelli privati delle camere -. Trentanove stanze e suite, con anche una Penthouse all’ultimo piano, assicurano un trattamento 5 stelle attraverso velluti sofisticati, marmo bianco, legni pregiati, fini porcellane e arredi interamente custom made. Non mancano tributi mirati, come il tappeto in edizione speciale che omaggia Serge Gainsbourg e il divano dedicato a Warhol, accanto a bottiglie di eau de cologne di Les Bains Guerbois, fragranze Le Labo e lenzuola in damasco satin ricamato con i motivi dell’hotel. Infine, la duplice anima dell’edificio rivive in un temperamento che in Les Bains si sdoppia: il giorno rilassante e protettivo, la notte frizzante e animato da musica e DJ set. Per un hotel che non dorme mai.

Client/Owner: Jean-Pierre Marois
Architectural design: Vincent Bastie
Interior design: rooms&suites, Salon Chinois and Club by Tristan Auer. Bar and patios restaurant by Denis Montel/RDAI
Furnishings: Vintage pieces on custom made, ìCanapÈ Les Bainsî Warhol replica couch, design by Tristan Auer

Photo credits: Guillaume Grasset