Il gigante del mobile

La Cina è oggi il primo paese produttore ed esportatore di mobili. Il crescente potere d’acquisto dei consumatori ha fatto fare al mercato dell’arredamento dei passi da gigante. Nel 2016, secondo una ricerca dell’Hong Kong Trade Development Council, le vendite totali dei produttori di mobili sono aumentate dell’8,6%, per un valore complessivo di quasi 856 miliardi di RMB. Le potenzialità per un’ulteriore espansione sono ampie, considerando che ci sono circa 630 milioni di famiglie – fra le province, le regioni e le municipalità autonome della Cina continentale – pronte a cambiare l’arredamento di casa, in media, ogni 10 anni; e 63 milioni di famiglie addirittura ogni anno. Oltre alle vendite interne, aumentano con ritmo sostenuto anche le esportazioni, in media dell’8,8% dal 2011 al 2015, quando hanno raggiunto il valore di 54,3 miliardi di dollari.

La Cina si appresta a essere il primo mercato anche per l’arredamento di lusso. Il segmento è cresciuto del 30% negli ultimi 10 anni, secondo il Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia Cina. Un trend che non riguarda solo Shanghai e Pechino, ma anche città come Hangzhou, Chongqing, Shenzhen e Tianjin. La società di consulenza FDKG segnala che il mercato dei mobili di alta qualità europei in Cina dovrebbe raggiungere entro il 2020 un valore superiore ai 25 miliardi di RMB, con un aumento di circa il 250% rispetto ai valori del 2015.

L’Italia è il primo partner della Cina nel settore arredi, con una quota di mercato del 15% (fonte: Federlegno). Dal Belpaese si importano soprattutto imbottiti, camere da letto e illuminazione decorativa, mentre è in rapida ascesa il comparto delle cucine. Nello specifico di alcuni prodotti, dei mobili in legno che la Cina importa, il 20,7% è fatto in Italia, per un valore di 73,4 milioni di dollari; dei divani con struttura in legno lo è il 49,3% (64,3 milioni di dollari); dei lampadari e altri apparecchi per l’illuminazione il 31% (12,3 milioni di dollari). E si prevede, per le importazioni di mobili made in Italy, un’impennata del 40% entro il 2019.