M89 Hotel, in dialogo con il contesto

Come per gli interventi passati, lo studio di architettura milanese dimostra di progettare seguendo le corrette regole del vivere urbano, creando un’architettura in grado di dialogare con il contesto che conserva ancora il fascino dell’archeologia industriale. In questo caso si tratta della zona di Milano che un secolo fa era famosa per la presenza di una delle più grandi realtà dell’aviazione, la fabbrica Caproni, che ora è stata trasformata nella sede Gucci, sempre grazie alla matita dei Piuarch.

Conoscendo ormai le caratteristiche, il tessuto urbano e l’identità architettonica della zona, lo studio è riuscito a progettare un volume scuro che ben si sposa con il contesto. Lo dimostra la sagoma esterna che ricorda, con il suo andamento a zig zag, lo shed dei capannoni. Le finestre rettangolari, disposte a scacchiera, interrompono il solido dell’hotel che, partendo da un piano terra interamente vetrato e avvolto da una fitta rete metallica, arretra in alto per ospitare la terrazza. In questo spazio, con vetrate a tutta altezza, è stato posizionato il ristorante (a disposizione degli ospiti dell’albergo, ma anche di fruitori esterni) che vanta di un’ariosa vista su Milano. L’interno della struttura gioca sui contrasti tra il grigio antracite, il bianco e il verde. Sulle pareti color antracite si ricorda il passato grazie a stampe che riproducono la fabbrica Caproni.

Nessuna decorazione eccessiva, tutto all’ingresso ha un design pulito, sia il bancone della reception, sia la lobby con numerosi divani disposti su tappeti dal pattern geometrico e anche il bar con un bancone in legno. Unico gioco decorativo, i grandi rombi dei tappeti che si contrappongono alle piastrelle geometriche con calde nuances. L’M89 Hotel ospita 50 stanze e 5 suite di rispettivamente 24mq e 42 mq con pareti intonacate di bianco e soffitto antracite. Le suite sono impreziosite da un pavimento in parquet di rovere e da eleganti boiserie in essenza di noce.