Esercizi nello spazio e grammatica dei materiali

“Il progetto nasce dalla volontà di ridare luce a un’estetica ormai abbandonata mantenendola comunque legata alle reali funzionalità ospitate dal luogo. Si è cercato di ricondursi esteticamente a quei luoghi primordiali dove le palestre erano puramente funzionali e costituite da pochi attrezzi, da materiali poveri e semplici, luoghi concreti senza alcun decoro il cui fascino era dato dalle proporzioni dello spazio e dalle scelte cromatiche dei materiali”. L’apertura della Ceresio 7 Gym & Spa porta a compimento il lavoro di rigenerazione e restauro del palazzo ex sede dell’Enel eretto a Milano nella attuale via Ceresio fra il 1937 e il 1940, magnifico esempio di architettura razionalista.
Una prima fase l’aveva trasformato in Palazzo Dsquared2, sede del marchio di moda di Dean e Dan Caten, mentre nel 2013 un secondo intervento integrava all’ultimo piano il ristorante Ceresio 7 Pools and Restaurant. Oggi anche il centro fitness e benessere conferma l’approccio con cui gli architetti di Storage Associati hanno affrontato il percorso progettuale, cercando di attualizzare lo stretto legame fra estetica e funzionalità caratteristico degli anni ’30 in una rilettura contemporanea.

Dal punto di vista architettonico se da un lato sono stati salvaguardati partizioni e pilastri portanti, dall’altro è stato valorizzato lo spazio ‘puro’, svuotato da superflue suddivisioni interne. In particolare nell’open space dedicato al fitness “lo spazio appare crudo, scevro di cromie, in un linguaggio brutalista arricchito solo da dettagli estetici dati dalla scelta dei materiali e dalle loro colorazioni naturali”.
Il ceppo lombardo, ad esempio, molto diffuso nell’epoca e nel territorio milanese, usato per i volumi in pietra, o l’ottone, impiegato come rivestimento di parete per creare un contrappunto brillante al grigio delle pareti in cemento grezzo e al nero delle macchine da allenamento, della pavimentazione in gomma e delle grandi vetrate in ferro.
Il linguaggio diventa meno crudo, anche se si mantiene sempre rigoroso, nelle aree private sia degli spogliatoi, dove al ceppo lombardo e all’ottone si aggiungono il legno okume per gli armadi e la ceramica bianca nelle docce, sia della spa, dove pietra, ottone e vetro ritornano in ambienti più intimi e morbidi nelle proporzioni e nell’illuminazione, e in arredi realizzati su disegno.
Cambia nuovamente la percezione dello spazio nell’area dedicata ai trattamenti estetici con un dècor più domestico in cui l’ottone è abbinato all’avorio e al legno di betulla con una pregiata lavorazione cannettata.

 

Credits:

Architectural and interior design: Storage Associati
Arredi e accessori: su disegno
Gym equipment: Technogym
Photo credits: Helenio Barbetta