Fra storia e moderno per raccontare di architettura, design e impresa

Mentre il quartiere fieristico è densamente occupato dal Cersaie, per una settimana, dal 26 al 30 settembre, la storia di Bologna e la storia del design si intrecciano in un percorso diffuso – individuato dagli ideatori della Bologna Design Week Enrico Pastorello ed Elena Vai – che ha i suoi cinque snodi principali in sedi di grande valore architettonico e artistico.
Come Palazzo Pepoli Campogrande, architettura nobiliare seicentesca che ospita la sede distaccata della Pinacoteca Nazionale di Bologna e le cui sale affrescate sono in questi giorni l’ambientazione per la mostra ‘Scatto libero. Dino Gavina 10’ sostenuta dal Gruppo Hera. Dieci come i pezzi di arredo di altrettanti autori scelti come opere seminali nel percorso imprenditoriale e creativo di Dino Gavina ma anche nella storia del design del Novecento. Come le poltrone Sanluca dei fratelli Castiglioni e Digamma di Ignazio Gardella, il divano modulare Muro di Sebastian Matta, il mobile contenitore Bramante di Kazuhide Takahama.
Dieci storie scelte dai curatori Elena Brigi e Daniele Vincenzi, dieci come gli anni che si contano dalla scomparsa di Dino Gavina, il cui nome è legato anche alla storia del tavolo Marcel di Takahama rieditato quest’anno da Billiani e presentato da Reverso.

Gli ‘Originali’ di Vitra sono invece protagonisti nella Sala dei Senatori di Palazzo Isolani in Piazza S. Stefano, dimora nobiliare realizzata in fasi successive fra ‘400 e ‘600. La mostra ‘L’originale è Vitra’ racconta altre storie ‘sul potere del buon design’, con sedute come la Panton Chair, la Lounge Chair & Ottoman degli Eames, la Standard Chair di Jean Prouvé, la Landi Chair di Hans Coray, la Tip Ton Chair di Barber&Osgerby, mettendo in primo piano il valore del lavoro progettuale, dell’investimento dell’azienda, della fruizione oltre le generazioni, e la questione della tutela dei diritti d’autore.

Bologna e le sue architetture sono protagoniste anche delle 20 opere finaliste del concorso fotografico ‘Cathedrals of Light’, voluto da Paolo Castelli Spa, ed esposte nella Cappella Chelini dell’Ex Ospedale degli Innocenti di Via D’Azeglio, complesso architettonico originario del XII secolo. Il misurato allestimento a spirale dal taglio contemporaneo e illuminato dal chandelier Allure gioca con i volumi e le verticalità delle colonne barocche.

In un’altra zona del centro una chiesa sconsacrata, quella di Santa Maria della Neve, ora trasformata in showroom di design è stata scelta come sede di una serie di incontri dedicati a diversi temi della cultura progettuale più attuale.
Galleria Cavour, infine, nata alla fine degli anni Cinquanta nel cuore del centro storico bolognese come meta dello shopping di lusso, diventa ‘appendice’ glamour del Cersaie, (partner dell’evento insieme con molte istituzioni e realtà culturali e imprenditoriali), ospitando due ‘stanze’ della mostra Milleluci, curata da Angelo Dall’Aglio e Davide Vercelli, e alcuni incontri internazionali come quello organizzato da Turkish Ceramics.