A Londra la creatività made in California

Cinquant’anni fa, nell’estate 1967, all’incrocio tra la Haight e la Ashburyl street di San Francisco, si infiamma l’estate dell’amore, la Summer of Love: migliaia di giovani scendono per le strade e cantano pace, amore e libertà, una rivoluzione sociale senza precedenti per dire no alle guerre, no alla violenza in Vietnam. La California diventa subito il simbolo della freedom, una patria accogliente che amerà e sarà amata dagli hippies. Questa terra, a sud della West Coast e affacciata sull’oceano Pacifico, è ancora oggi sinonimo di pensiero libero, creatività, genialità. Qui tutto è possibile, come partorire le più grandi invenzioni nei garage, come hanno fatto nel 1997 Larry Page e Sergey Brin, allora studenti dell’Università di Stanford, ideatori del più famoso motore di ricerca Google.

Qui, in California, e nel suo polo scientifico e tecnologico più prestigioso al mondo, la Silicon Valley, nascono Facebook, eBay, Apple, Microsoft, Netflix, solo per citarne alcune. A questo stato magico e attraente, il Design Museum di Londra dedica una mostra dal titolo “California designing freedom”, dal 24 maggio al 15 ottobre 2017 nella nuova sede museale di Kensington High Street. Un viaggio attraverso i simboli e i prodotti made in California: dallo skateboard all’iPhone, dalle start up che sono nate nei garage alla prima automobile con pilota automatico Waymo, sviluppata in casa Google, fino agli occhiali con fotocamera Snapchat per condividere ogni istante sui social.
“Sono state fatte tantissime esposizioni sul design californiano”, afferma il curatore Justin McGuirk, “ma tutte focalizzate sul modernismo degli anni Quaranta e Cinquanta o sul lavoro dei maestri Charles e Ray Eames. Questa è la prima mostra che racconta la storia più recente, e si sofferma sui progetti frutto della Silicon Valley. Sappiamo bene come iPhones, laptop, personal computer e dispositivi interattivi hanno cambiato le nostre vite e abbiamo deciso di organizzare questo evento, per riflettere sulle trasformazioni dei nostri giorni”. Una mostra che diventa un’occasione per respirare una ventata di freschezza creativa e, perché no, iniziare a immaginare la prossima invenzione.