11 Howard, una composizione a più mani

Per realizzare un nuovo, modernissimo ‘classico’ a Manhattan, per l’esattezza nel punto in cui SoHo confina con Little Italy e Chinatown, ci è voluto il lavoro e l’esperienza di una squadra prestigiosa. Un committente collezionista di arte, Aby Rosen, una creative director influente e di grande esperienza nell’hotellerie come Anda Andrei, lo studio di architettura BBB Beyer Blinder Belle per il recupero architettonico e funzionale dell’edificio di 12 piani sito in una delle poche vie di SoHo rimaste autentiche, i designer danesi di Space Copenhagen con le loro atmosfere sommesse e raffinate, l’accurata selezione di arredi vintage e personalizzati, il tocco scandinavo. E in ultimo, ma non per importanza, le numerose opere di artisti, Holly Fowler, Alexander Calder, Hiroshi Sugimoto, Katie Yang, Dan Attoe, parte integrante dell’intero progetto. Un incarico collaborativo che, come racconta Anda Andrei, “intendeva dare vita a un luogo senza tempo”, ma che appare attualissimo. Il primo inevitabile contatto con l’arte avviene avvicinandosi all’edificio, costruito nel 1961 come deposito postale e convertito in albergo nel 1992: il gigantesco murale di 15 metri per 45 sul fronte laterale è un esuberante omaggio alla storia e alla cultura del quartiere elaborato dal collettivo Groundswell con la collaborazione di Jeff Koons. Decora più quietamente invece una lobby di ingresso quasi vuota e concettuale un mobile di Alexander Calder, mentre una delle composizioni al neon di Dan Attoe, Complicated Animals, segna il passaggio verso gli spazi comuni dell’hotel, a cui si accede attraverso una scala elicoidale in ferro, omaggio al cast iron district, che porta al secondo piano. Qui gli spazi comuni sono multifunzionali e accolgono The Library, un ambiente dedicato ai momenti di incontro e di lavoro con arredi informali ma anche un tavolo per riunioni, The Creative Studio, un ambito più privato che può ospitare solo 14 persone, e The Blond, al contempo bar, nightclub, e lounge che dall’apertura dell’Eleven Howard con le sue atmosfere un po’ esotiche e seducenti è diventato punto di riferimento per la vita notturna. Più razionale e sereno l’ambiente nelle 221 stanze e suite, in cui Signe Bindslev Henriksen e Peter Bundgaard Rutzou di Space Copenhagen hanno cercato un’atmosfera quasi domestica con una accurata selezione di arredi su disegno e pezzi vintage, ma anche di materiali naturali come pietra, legno, pelle, di quelli che ‘migliorano’ con il passare del tempo. “I materiali sono molto importanti per noi, amiamo le cose che invecchiano bene. Abbiamo la responsabilità di creare progetti che resteranno belli anche quando non ci saremo più”, affermano i designer.

 

Client: Soho Hotel Owner, Aby Rosen RFR Holding
Hotel Management: RFR Hotels
Architect: Beyer Blinder Belle Architects & Planners
Creative Director: Anda Andrei Design
Interior Design: Space Copenhagen, Signe Bindslev Henriksen, Peter Bundgaard Rutzou
Lighting Design: Arnold Chan, Isometrix, Olivier Moitry
Furnishing: Fredericia, Gubi, Mater, Stellarworks, &Tradition