Bedding-Atelier, evoluzione con stile

È un cammino evolutivo quello intrapreso da Bedding-Atelier. Un percorso stilistico, di sviluppo progettuale, che non si distacca dal passato in termini di artigianalità e tecniche di lavorazione, qualità dei materiali o comfort abitativo – che ne rimangono valori di base imprescindibili – ma unicamente nel design di prodotto.
Linee classiche cedono il passo a una sobrietà formale, finiture tradizionalmente più ricche si affievoliscono per una maggiore linearità; così i rivestimenti damascati si uniformano a favore dei tessuti uniti, morbidi velluti e pellami (Nabuk in primis).

Da qui prende le mosse la nuova collezione DayDream, «un nuovo pensiero, una nuova concezione di proporre il nostro stile ‘ClassicAttuale’», per usare una definizione di Simone Bugiani, Direttore Generale di Bedding-Atelier. Una collezione di imbottiti dai volumi ampi, isole di relax per la zona giorno e notte che non mancano di tocchi sofisticati: il capitonnè non scompare ma definisce ad esempio divano Gentleman o il sommier del letto Jennifer, dove anche le delicate trapuntature giocano un ruolo essenziale per caratterizzare l’alta testata.

«I gusti sono internazionalmente cambiati, occorre quindi offrire delle proposte in linea con le tendenze attuali – prosegue Simone Bugiani – assecondando le esigenze particolari soprattutto di quei mercati a noi cari, come quello Russo e Ucraino, nonostante stiano vivendo momenti di difficoltà. Ma la crisi di mercato si affronta con la serietà necessaria, mantenendo inalterata la bontà del prodotto».

E così è stato, a partire dalle collezioni Beverly e Walt che lo scorso anno hanno dato il via a questa nuova avventura stilistica tracciandone le prime direttive, improntate a una sempre più evidente contemporaneità. Ma non c’è da stupirsi di fronte a un tale rinnovato approccio: l’azienda di Pistoia fin dagli albori, negli anni ’70, ha dimostrato una flessibilità e una capacità di adattamento alle tendenze, da aver accompagnato pedissequamente la storia dell’arredo europeo negli ultimi quattro decenni. E il futuro è ancora da scoprire.