15 Place Vendôme, il nuovo look della Grande Dame

L’attesa riapertura del Ritz Paris lo scorso giugno 2016 è stata celebrata anche con il lancio di un cortometraggio, dal titolo ‘Behind the Door’, commissionato alla regista Zoe Cassavetes, abitudine ormai frequente fra i maggiori marchi del lusso internazionale, ai quali la storia del mitico hotel parigino ha in verità molto da insegnare, a partire dai concetti ora ben noti di brand identity, testimonial, influencer e boutique hotel.

César Ritz, che aprì l’albergo nel 1898 e che lo volle con comfort in quell’epoca non proprio scontati come elettricità, telefono e vasche da bagno in tutte le stanze, immaginò anche una ‘vetrina’ dove i suoi ospiti potessero scegliere fra le migliori firme parigine. La ‘vetrina’ è diventata nell’ultima opera di rinnovamento orchestrata da Thierry Despont la Ritz Paris Gallery: 110 metri in lunghezza di marmo, luce, 5 boutique, 95 vetrine e il Ritz Paris Concept Store affacciati sul nuovo Grand Jardin, un’oasi di alberi, suoni e profumi del sud della Francia, disegnata da Jean Mus, landscape artist.

Il restauro è stato più ‘trasparente’ nelle 15 Prestige Suite che portano il nome degli illustri ‘testimonial’ che nell’hotel soggiornavano regolarmente o addirittura abitavano, Coco Chanel, F. Scott Fitzgerald, Windsor, Vendôme, Impériale, Appartement Ritz, César Ritz, Maria Callas, Prince de Galles, Opéra, Mansart, Ernest Hemingway, Charlie Chaplin, Chopin e Marcel Proust con pezzi originali restaurati e nuove repliche. Secondo il Design Manager del Ritz Paris, “il lusso non ha più lo stesso significato che aveva negli anni ’80 [periodo di una prima ristrutturazione realizzata nel passaggio della proprietà a Dodi Al-Fayed, ndr], le dimensioni giocano un ruolo più importante, e fin dall’inizio l’idea era di ridurre il numero delle stanze da 159 a 142, ottimizzando spazi e illuminazione”.
Due elementi fondamentali con cui poter agire progettualmente dovendo lasciare intatti l’anima e lo charme di un luogo ricco di storia e di storie, e rispettare le normative collegate a un edificio storico tutelato.

Sfida non semplice per gli architetti dell’Atelier Cos che si sono occupati del restauro architettonico e della facciata, per lo studio di Despont che ha rinnovato il decor mantenendo arredi, accessori, decorazioni e dettagli originali (come i rubinetti a forma di cigno), ma anche per chi si è occupato di inventariare e trasferire l’intero patrimonio di arredi e oggetti, tende comprese, in 124 container in attesa della ricollocazione.
Attesa durata quattro anni e complicata lo scorso inverno da un incendio che ha colpito il tetto e ritardato l’avanzamento lavori, che nell’insieme hanno sapientemente combinato restauro conservativo esterno e interno portato a termine da esperti artigiani, aggiornamento tecnologico e degli impianti, messa a norma in termini di accessibilità e sicurezza e, naturalmente, integrazione di spazi nuovi.

Se l’hotel preserva con accuratezza il decor ottocentesco, i marmi dei pavimenti, il legno delle boiserie, i colori degli stucchi e dei rivestimenti tessili, l’atmosfera è stata resa più ariosa da nuove aperture o altezze negli spazi comuni, ma anche da una ricca palette di colori, 78 nuance create con copyright esclusivo dal pittore decoratore Pierre Finkelstein.
Le nuove espansioni riguardano, oltre il già citato Grand Jardin, nei piani interrati una Chanel (ça va sans dire) Spa in un centro fitness con piscina completamente rivisitato e trasformabile in uno spazio multifunzione, reso ancora più charmant da un affresco trompe-l’oeil di 180 metri quadrati nel soffitto, opera di Pierre Finkelstein, Pascal Amblard, Stefano Luca e Jean Sablé.
Ai piani superiori sono state aggiunte alcune sale per eventi e ricevimenti, come il Salon Proust vicino alla lobby per il tè pomeridiano, rinnovati i laboratori della cucina dell’École Ritz Escoffier, e creata la nuova brasserie Bar Vendôme, mentre la terrazza dei ristoranti è stata trasformata in un caldo giardino d’inverno grazie a una copertura vetrata retraibile.
Praticamente immutato resta invece il Bar Hemingway, per buona pace del suo assiduo frequentatore, della storia della narrativa occidentale e dell’arte dei cocktail.

Committente: The Ritz Hotel Ltd
Contractor: Bouygues Construction Sous
Architectural renovation: Atelier COS Architecture & Patrimoine
Interior design: Thierry Despont
Landscape artist: Jean Mus
Programma: 142 stanze, ristoranti, bar, spa, negozi, piscina

Cronologia di progetto
Chiusura: agosto 2012, inventario e trasloco
Inizio lavori: settembre 2012
Riapertura: giugno 2016