INNOV/16 e STUDIO16 per un EquipHotel da 5 stelle

Non solo INNOV/16 e STUDIO16 che, insieme a Studio des Chefs, sono iniziative dell’organizzazione, ma anche SIGNATURE, SENSES ROOM e le 4 Capsule tematiche: tutti spazi ideati dalle menti creative di progettisti che hanno trovato numerose e qualificate aziende pronte a essere partner-sponsor attivi, in occasione di EquipHotel 2016.
Distribuite con equilibrio nei padiglioni della manifestazione, le installazioni si sono imposte con grande personalità, dimostrando una grande forza aggregante tra nomi eccellenti del contract internazionale che hanno così trovato una giusta dimensione espositiva e un contesto adeguato al proprio brand.

INNOV/16 è un ampio e trasversale contest di prodotti che coinvolge tutte le merceologie del settore; è un percorso attraverso tutta EquipHotel dove vedere gli oltre 300 prodotti (il doppio dell’edizione 2014 quando si chiamava Equip’Innov) che gli espositori hanno dichiarato come novità del 2016.
Tra i “laureati” del 2016 si segnalano la collezione Xlight Premium di Porcelanosa, ma soprattutto la Showercapsule realizzata da Skinjay, un geniale “furto” dell’idea delle capsule per caffè trasposta all’ambiente bagno e Spa, per un vissuto sempre più on demand a disposizione dei clienti dell’hotellerie di lusso.

STUDIO 16, presentato come “uno contesto effimero per rappresentare nuove regole e tendenze per l’hotellerie e la ristorazione”. La forza delle architetture temporanee (e per questo, appunto, effimere) risiede nella libertà di espressione del progettista che in un spazio “a tempo” deve essere veloce e chiaro, provocatorio e concreto nel rappresentare un possibile scenario futuro del mondo professionale per il quale opera.
EquipHotel, per STUDIO 16, ha convocato la crème della progettazione francese: il project manager Thierry Virvaire ha coordinato un piccolo esercito di interior creativi che hanno dato vita nei tre piani del Padiglione 7 a sei installazioni.

Si comincia al 7.1 con la jungle proposta outdoor  – intitolata Terrace View! – della coppia di Christophe Gautrand e Benjamin Deshuliètres, architetti del verde e paesaggisti, che hanno presentato una riedizione in chiave moderna dell’Eden con una ricchezza di piante e un corredo di arredi preziosi che richiamano storie di viaggi. L’area ha un impatto forte, ma che si addolcisce man mano che la si vive.

Dall’outdoor all’indoor, ecco la Lobby che Jean-Philippe Nuel ha chiamato Open on the World e che affronta il problema del rapporto diretto con il cliente: i check-in&out vanno scomparendo e la domanda a cui il progettista intende rispondere è «come mantenere il contatto con il cliente?».

La soluzione-proposta è nella colorata e sobria lobby creata dall’architetto francese, dove la reception (eliminata dal mondo digitale) scompare per far spazio a un bar (luogo tipico di aggregazione), dove il rapporto umano viene ricreato nella parte importante dei servizi al cliente.

Si sale al 7.2 per incontrare la New Working Era & Area realizzata dall’artista e interior designer Julie Gauthron, che ha allestito un’idea di spazio lavoro con diverse contaminazioni che arrivano dai più recenti stili di vita. Spazi per essere consumati a tempo, ricchi di privacy e di socialità, dove lavorare e incontrare. Spazi che possono rapidamente trasformarsi in sale riunioni o addirittura i ristoranti.  Senza dubbio la proposta più “Millenials oriented” tra quelle viste a EquipHotel.

Sempre al 7.2, dagli spazi comuni si arriva nella camera d’albergo: In The Room è la rappresentazione messa in scena dalla fashion trendsetter Elizabeth Leriche e dagli interior designr Guillome Terver e Christophe Delcourt dello studio Le Lad.

La loro room è un luogo alla ricerca delle esigenze vitali del cliente, una camera divisa in 4 aree, ognuna con un tema da sviluppare: il letto, lo spazio per tenere ordine tra i propri effetti personali, il bagno e il luogo versatile. L’idea di creare uno spazio per chi la valigia neanche la disfa è attuale e molto interessante; il bagno spezzato e ridistribuito nella room è divertente e rompe gli schemi tradizionali; la versatilità degli arredi che consentono di cambiare il mood dello spazio con pochi e guidati spostamenti apre a infinite soluzioni di interior.

STUDIO 16 chiude la sua performance al padiglione 7.3, nel regno della ristorazione, con Le Resto des Chefs. Un bar e un ristorante ideato dalla coppia di progettisti Marc Hertrich e Nicolas Adnet: qui lo spirito e lo stile francese sono in prima linea e subito riconoscibili. Tre spazi che si susseguono senza soluzione di continuità, con omaggi ai terroir francesi, i pavimenti in bianco e nero, le vetrate e un maestoso lampadario imprigionato in una gabbia di metallo che domina il contesto.
A completamento dell’area spettacolare Glass Gallery, un vero tempio della trasparenza progettato dalla designer Sylvie Amar.

Non solo padiglione 7

Le installazioni e le proposte non terminano con il padiglione 7. Al 3 è possibile visitare la Sense Room, una interessante proposta di junior suite per un boutique hotel pensata da Francis van de Walle e ricca di invisibili (ma concrete) soluzioni per l’accessibilità: “design for all” è uno dei paletti irrinunciabili dichiarati dal progettista. Un progetto che offre esperienze cognitive e sensitive, una vera piccola perla da non perdere. La Sense Room vede la partecipazione di molte aziende, tra cui l’italiana Zucchetti.Kos.
SIGNATURE è un’esposizione nell’esposizione: creata dalla designer francese Stella Cadente (una presenza storica in fiera), Signature propone uno percorso espositivo dedicato al decoro dove vengono ospitate numerose aziende tra cui Dedar, Rubelli, Elitis e Romo, per citarne solo alcune tra le più importanti.