Edward van Vliet, tra concetto e concretezza

Sul suo sito web parla della natura e conclude definendola “Traboccante di vita e dettagli”. Cosa intende?
“Traboccante di vita e dettagli” significa che racconto molte storie e per me far vivere le cose è fondamentale al fine di trasmettere emozioni; questo lo si può fare solo grazie ai dettagli, che danno un’anima a ciò che facciamo.

Come si può dare un senso di compiuto attraverso i prodotti d’arredo?
Non si può. I prodotti d’arredo possono aggiungere qualcosa all’esperienza, ma non sono tutto. I mobili rappresentano solo una parte del tutto: occorre considerare nell’insieme anche le luci, l’ambiente, i suoni…

A 360 gradi?
A 360 gradi e poi indietro.

Può raccontarci del progetto di Sushi e del suo rapporto con Patrizia Moroso?
Il mio rapporto con Patrizia è nato circa 8 anni fa; all’epoca lavoravo molto nel tessile, nel design e nello sviluppo. Patrizia ha visto i miei lavori e mi ha proposto di creare un paesaggio di arredi dove sedersi comodamente. Ho quindi raccolto – come una sorta di archetipi d’arredo – un divano, una poltrona, un pouf, un sistema di sedute, e questi elementi sono stati il punto di partenza; ma la base può essere arricchita.

Perché proprio il “sushi”?
Perché nel sushi ogni pezzo è differente, ma si parte da una medesima base per comporre poi il piatto attraverso nove pezzi.

Ha esperienza nel settore alberghiero, o vorrebbe averla?
Sì. Sono già attivo in questo settore. ho sviluppato un nuovo hotel per Raddison Blu e ora ho realizzato un master plan sempre per la stessa catena, per gli hotel di tutto il mondo. Ho creato un resort in Mozambico e, sempre qui,  replicherò a breve l’esperienza. Sto lavorando a un resort a Lombok, vicino a Bali, all’insegna della natura, della sostenibilità. Tutto quello che progetto viene prodotto localmente, quindi tutti gli elementi che ho ideato per il resort a Lombok sono prodotti a Bali; quelli per il Mozambico sono prodotti a Zanzibar.

Cosa ne pensa del mondo alberghiero di oggi, con il nuovo target dei millennial? È un mondo in movimento?

Sì, I penso che stiano accadendo molte cose in questo settore, ma penso anche che stia andando tutto nella stessa direzione. Pertanto il mio obiettivo è sviluppare concetti assolutamente unici, esperienze singolari, in modo che le persone possano percepire un’esperienza diversa e mai vissuta in altri hotel.

Si sente anche Lei un millennial?
Sì, esattamente

Quindi è molto legato al mondo dei social network…
Sì, per me il contatto sociale con le persone è fondamentale; così avviene anche i miei progetti: collaboro solo con persone con cui ho un ottimo feeling, con chi c’è intesa.

Progetti per il futuro?
Sto per dare avvio la una collezione personale che ho chiamato “Room of Origins”, presentata attraverso alcuni pezzi lo scorso anno a Palazzo Turati. L’ho chiamata “Stanza delle origini” perché contiene creazioni completamente personali, ma vorrei combinarli anche a pezzi che ho disegnato per altri marchi, ad esempio per Moroso. Questo legame con i brand con cui collaboro emerge anche dai progetti che seguo, dove coinvolgo sempre le aziende per le quali disegno, come Moroso appunto.