Abwab, porte aperte ai talenti della regione MENASA

Abwab, il cui nome in arabo significa “porte”, è al contempo un’esplorazione e una celebrazione dei diversi pensieri creativi e una porta, appunto, verso i talenti del design regionale.
Quest’anno, sono stati invitati a partecipare curatori provenienti da Algeria, Bahrain, India, Iraq, Palestina e Emirati Arabi, con il compito di rappresentare al meglio l’estetica del proprio paese, guidando una selezione di designer e studi, da loro scelti, nella produzione di opere legate al tema The Human Senses.

Abwab Bahrain presenta alcuni grandi esempi di design moderno, sia sul piano teorico che pratico. I lavori di Othman Khunji e Maitham Al Mubarak stupiranno di certo. Il progetto di Khunji è uno sguardo, dal punto di vista islamico, sui comportamenti sociali della regione del golfo. Il linguaggio del design incoraggia e stimola una nuova esperienza religiosa,  generando piattaforme di dialogo con la speranza di provocare nuove scuole di pensiero. Maitham Al Mubarak è un giovane architetto del Bahrain diplomatosi al Savannah College of Art and Design negli Stati Uniti. Attualmente lavora per lo Studio Anne Holtrop.

Abwab Palestina presenta alcuni lavori degni di nota che si concentrano sull’importanza dell’albero d’ulivo nella cultura locale e comprende l’opera di Elias Anastas, architetto e designer franco-palestinese. Mass Imperfections è un progetto che sperimenta la capacità della produzione di massa di essere fedele a quelle imperfezioni tipiche degli oggetti prodotti artigianalmente, con il fine di creare un ambiente di produzione idoneo alla fabbricazione customizzata low-cost che replica gli oggetti handmade. Gli intagliatori utilizzano strumenti semplici con i quali creano il primo manufatto “modello”. A livello comunitario, il tentativo è quello di creare una struttura che promuova l’innovazione attraverso lo studio dell’industria del legno d’ulivo di Betlemme.

Curato dal pittore e designer Hellal Zoubir, il padiglione Algerino si concentra sulle modalità di trasmissione del suono attraverso l’immagine creando un sonoro interattivo, un paesaggio audiovisivo che invita i visitatori a diventare musicisti attraverso l’utilizzo di tamburi di design.

Co-curato dall’architetto, designer e ricercatore culturale Rand Abdul Jabbar e dal designer Hozan zangana, l’Iraq esplora la sua complessa storia attraverso l’esplorazione oggetti storici ritrovati: si tratta di una reinterpretazione del proprio ruolo nel design contemporaneo attraverso l’installazione di un’archeologia di forme.

Il padiglione Indiano, curato dal duo artistico Thukral & Tangra, presenta un Memoir Bar: gli ospiti sono invitati a depositare le proprie memorie sotto forma di valuta emozionale al “Memory Pavillion”. Le opere di Thukral & Tagra sono una riflessione sull’ascesa della cultura del consumatore globalizzato. I visitatori scriveranno il proprio ricordo su un foglio che sarà triturato e trasformato in una piastrella.

Il padiglione UAE prende ispirazione dalle cafeterias. L’origine di questi luoghi è da rintracciare nella necessità di creare esperienze self-served per economizzare tempi e costi. Il tentativo del designer multidisciplinare Salem Al-Qassimi è evidenziare i molteplici livelli di questo fenomeno culturale.