Mandarin Oriental: un’oasi di pace a Marrakech

Un rigoglioso parco di 20 ettari progettato come un immenso giardino e un paradiso di vegetazione è il primo approccio – e un autentico segno di lusso – al nuovo resort Mandarin Oriental aperto a Marrakech lo scorso ottobre, primo investimento in Africa della catena asiatica. La via di accesso è segnata da un viale ombreggiato da palme e piccole dune, mentre nel resto dei giardini, in cui si inscrivono lunghi percorsi pedonali, crescono aranci, mandorli, bouganvillae, gelsomini, gerani rosa, oleandri, cactus, fichi d’india, trenta diverse varietà di rose. E ancora, arrivati dalle montagne dell’Atlante che si stagliano sullo sfondo, alberi di olivo centenari e un grande orto coltivato con pratiche organiche che produce la frutta e la verdura utilizzate nelle cucine dell’hotel.

Nei colori brillanti delle fioriture e nel verde lussureggiante si insediano diffusi gli edifici dai grandi spazi con reception, suite e ristoranti, gli specchi d’acqua delle piscine, le 54 ville private, la spa, tutti caratterizzati da architetture basse dai volumi semplici. Progettate dall’architetto Pascal Desprez, hanno il colore ocra rossastro della terra tipica del Marocco, sono realizzate con materiali della tradizione costruttiva locale e offrono grandi fronti vetrati e terrazzati per esaltare il rapporto fra interno ed esterno, luce e ombra.

Gli elementi naturali, terra, acqua, luce e vegetazione, rappresentano il punto di partenza per l’intero progetto dell’albergo, sono orientamento e gamma materica anche per il concept del design degli interni portato a termine dal duo francese (Patrick) Gilles & (Dorothée) Boissier, che giunge ai migliori esiti nel disegno delle ville e della spa.

In un mix di spazi intimi e contemplativi, di estetica contemporanea e fascino magrebino, lo studio francese, che ha attinto dalla ricchezza della cultura e storia locale, si è ispirato alla civiltà berbera o arabo-andalusa piuttosto che a quella marocchina, più nota e riconoscibile. Le ville (da 280 a 440 metri quadrati) sono luoghi di quiete e lusso, chiusi verso l’esterno ma internamente ariosi e permeabili come piccoli riad: organizzate attorno a un giardino di alberi da frutto con piscina e vasca idromassaggio si aprono camera padronale, camera per gli ospiti, sala con camino, spogliatoio, stanza da bagno, hammam. E all’esterno non manca neppure la cucina. Le finiture e il décor sono preziosi ma per nulla affettate: pietra chiara per i pavimenti a contrasto con un’essenza scura per arredi e porte a persiana, marmo nero e ceramica bianca lucida nelle stanze da bagno, tradizionali tappeti in lana Beni Ourain bianchi e neri con decori grafici che riprendono lo speciale trattamento delle pareti. Oltre alla tecnica del tadelakt, le superfici neutre delle pareti sono in molti punti arricchite non da colore ma da incisioni decorative che creano veri e propri ‘arazzi di pietra’. Il tadelakt delle finiture invece è un’antichissima tecnica berbera, a base di calce prodotta nelle antiche fornaci a legna di Marrakech, oggi utilizzata per superfici lisce e levigate, di grande resistenza all’acqua.

Maggiori influenze andaluse sono evidenti nell’architettura quasi mistica dell’edificio che ospita la spa: in omaggio alle moschee e cattedrali moresche le volte e le colonne in mattoni di terra rossa disegnano alti corridoi e ambienti di diverse dimensioni dove si trovano le sei suite per i trattamenti, gli hammam, la palestra. Tutto ‘ricamato’ dai riflessi generati dall’acqua della grande piscina e dalla luce che penetra dalle moucharabieh. Sontuoso il pavimento in marmo bicromo avorio e nero, che torna anche nella lobby. “Siamo grandi ammiratori della Madrasa Ben Youssef di Marrakech, e abbiamo voluto per la lobby una simile perfetta simmetria, con colonne e cornici in legno scuro, rivestimenti in marmo, uno specchio d’acqua dai riflessi dorati, camini, campane in bronzo e la vista delle montagne sullo sfondo”.

Il Mandarin Oriental è presente all’interno della collezione Contract&Hospitality – Spring/Summer Book 2016 de IFDM disponibile anche nella versione digitale.

Credits:
Ownership: Park Palmeraie S.A.
Managing firm: Mandarin Oriental Hotel Group
Architecture: Pascal Desprez
Interior designers: Gilles & Boissier
Photo Credits: Saad Tazi and Mandarin Oriental Hotel Group