Vitra Schaudepot, nuova frontiera del design

Nuova, iconica piattaforma espositiva per il mondo del design: il Vitra Schaudepot. L’appendice del celebre Vitra Design Museum di Weil am Rhein ha aperto le proprie porte al pubblico venerdì 3 giugno, permettendo a oltre 7mila icone dell’interior design (prodotte dal 1800 a oggi) di uscire allo scoperto. Accanto agli arredi – pezzo forte dell’istituzione – un’ampia collezione di illuminazioni completa l’esposizione permanente, ospitata all’interno della sala principale e organizzata secondo il criterio cronologico. L’edificio principale, progettato da Frank Gehry, continuerà ad accogliere esibizioni temporanee su larga scala, non avendo mai trovato spazio permanente per i 20mila oggetti posseduti. Tra questi, da considerare anche i numerosi archivi e il lascito di designer del calibro di Charles&Ray Eames, Verner Panton e Alexander Girard.

La superficie totale di 1600 mq è organizzata in tre diverse aree, al centro delle quali sono stati messi in evidenza 400 pezzi chiave firmati, tra gli altri, da Alvar Aalto, Ettore Sottsass ma anche Gaetano Pesce, Ronan&Erwan Bouroullec e Gio Ponti. I prodotti offrono un resoconto esaustivo della storia del design d’interni, dalle innvazioni stilistiche e tecniche alle trasformazioni sociali riflesse negli oggetti; fa da cornice una mostra temporanea, in linea con quella permanente.

La struttura porta la firma di Herzog & de Meuron, studio d’architettura di Basilea resposabile di progetti quali la Tate Modern di Londra o l’Olympic Stadium di Beijing, mentre l’interior è stato curato da Dieter Thiel. Mattoni spezzati a vista modellano le volumetrie monolitiche dell’edificio, concepito in assenza di finestre, in modo da garantire le migliori condizioni di conservazione delle opere. Da una parte, l’esterno si contrappone stilisticamente alla Fire Station di Zaha Hadid, dall’altra si pone in continuità con i profili scelti da Alvaro Siza per gli stabilimenti industriali.

È caratterizzato da una regolare composizione a griglia di tubi fluorescenti il soffitto della sala principale, la quale è connessa al piano inferiore attraverso una grande vetrata che consente di vedere i depositi. Rendendo completamente penetrabili le diverse aree, risulta “trasparente” anche il ruolo del Schaudepot: spiegare il valore del design contemporaneo nelle sue molteplici sfumature, in quanto attore protagonista della nostra vita.

Credits:

Architects: Herzog & de Meuron
Interior design: Dieter Thiel
Curatorial Concept: Mateo Kries, Janna Lipsky
Project Management: Marc Zehntner
Head of Collection: Susanne Graner
Curators of Collection: Serge Mauduit, Heng Zhi
Graphic Digital Catalogue: onlab