Quota 130 per Colombo Stile

È il caso di dire “Buon compleanno Colombo Stile!” 130 anni di storia e più di un secolo in vetta allo scenario internazionale dell’arredamento classico. Per rendere omaggio a tale traguardo, l’azienda si è voluta regalare due avvenimenti significativi, da condividere con clienti e amici. In primis, l’apertura del primo shworoom monobrand a Milano, in via Durini 23. Uno spazio d’elite, disposto su due piani per un totale di 150mq, vetrina per le sue collezioni più contemporanee, dove trova casa anche lo spazio Colombo Stile Privée per la relazione con i clienti, la customizzazione e gestione dei progetti. «Via Durini è una via istituzionale – spiega Alfredo Colombo, Marketing Manager dell’azienda – La nostra presenza è rappresentativa del fatto che qui puoi trovare il meglio del design, così come uno dei player principali del mobile classico ed eclettico». Parallelamente, la collaborazione con Studio Job, espressa in un’installazione che sarà fulcro centrale dello spazio espositivo al Salone del Mobile: una piazza d’ingresso diventa manifesto dell’incontro di queste due realtà, da una parte la creatività estrema, quasi provocatoria di Studio Job, dall’altra il savoir faire di Colombo Stile nell’ambito dei grandi progetti.

Questa installazione – interamente disegnata dallo studio di Anversa nei minimi dettagli, dalle tende al lampadario, al pavimento intarsiato – conduce verso quattro “giardini”, aree interne che rispecchiano quattro diverse collezioni del brand: l’ambiente più storiografico, dedicato al mobile classico, rappresentato dalla nuova collezione Marie Antoniette, è il Giardino delle Orchidee.

Il Roseto accoglie la sezione più contemporanea rappresentata da Couture, disegnata da Samuele Mazza. Si affiancano due stanze eclettiche: una tropical declinata nelle realizzazioni di Hierro Desvilles, l’altra rappresentante di un eclettismo più classico e corposo, il Giardino delle Camelie, con prodotti disegnati da Giovanni Maria Malerba di Busca. In una sola location, quindi, un percorso nella storia stilistica del brand. Tra gli anni ’70 e ’80 del 900 infatti l’azienda intraprende un percorso di valorizzazione del mobile classico verso una nuova direzione: è il momento degli eclettismi, nato con Ettore Sottass e Alessandro Mendini, evolutosi poi con Carlo Rampazzi e Hierro Desvilles, e che in modo naturale si ripresenta sulla scena con Studio Job. «È una storia ciclica che si ripercorre. C’è una forte coerenza di fondo, che ancora una volta torna alla ribalta».