Nuovi approcci alla professione. A lezione da Maurizio Riva

L’azienda ha da poco compiuto 95 anni. Come festeggerete?

Ci saranno numerosi eventi dedicati. Stiamo realizzando una monografia, dal titolo “Impresa + Sociale”, per raccontare i 95 anni dell’azienda, che verrà presentata a settembre durante la Festa del Legno.

Nella stessa occasione sarà inaugurato anche il terzo piano del Riva 1920 Center, che ospiterà una xiloteca e una marmoteca: uno spazio importante dove raccontare i materiali, soprattutto i legni, e dove stimolare le nuove generazioni, ampliando così il concetto del Museo del legno. Qui troverà casa il tavolo Pangea, che abbiamo realizzato per Expo.

Siete stati protagonisti a Expo Milano con numerosi arredi e diverse collaborazioni. Come giudicate questa esperienza?

Expo è stata inizialmente disprezzata, ma ne è scaturito invece un grande successo. Ci sono state delle mancanze, da parte degli imprenditori e delle associazioni di settore. L’ideale sarebbe stato avere un cluster di Regione Lombardia per sviluppare un percorso unitario tra le aziende dell’arredo. Ma le aziende non hanno creduto nell’investimento. Noi invece sì e ci siamo quindi mossi autonomamente. Abbiamo creato tante iniziative, come la realizzazione del tavolo Pangea per il Padiglione Zero, la presenza dei nostri prodotti al chiosco Grom e al Ferrari Spazio Bollicine, l’arredo del Ristorante Fairmont del Monaco Pavilion; oltre alla partecipazione a eventi esterni come la mostra d_segno italiano con ADI, o alla mostra Arts&Food in Triennale con il tavolo in kauri diesgnato da Renzo Piano.  

Questo approccio alla cooperazione caratterizza spesso il vostro modo di agire…  

Crediamo nell’idea del fare rete e nella collaborazione. Faccio un esempio. Il designer Valerio Cometti un giorno mi ha regalato un paio di occhiali in legno. Quando li ho visti ho pensato: “Che belli! Perché non farli in kauri?”. Ho quindi incontrato questa piccola società produttrice, la FEB31st, ho suggerito loro la mia idea e fornito il millenario legno di kauri. Così è nata la collaborazione e una linea di occhiali che porta anche il nostro marchio, premiata per essere tra le prime 10 più importanti al mondo. Questo significa aiutare concretamente una start-up; sono maglie che si devono unire per crescere.

È su questi presupposti, di grande concretezza e operosità, che si basa il Riva 1920 Center, che ospita il Museo del Legno oltre a decine di eventi culturali l’anno?

Noi non abbiamo uno showroom a Milano, perché chi vuole comprare un prodotto Riva 1920 può vederlo qui (al primo piano dell’edificio che fronteggia l’azienda, ndr), poi, attraversando una strada, può osservare come viene prodotto.

Al secondo piano c’è il Museo del Legno, un’idea nata dalla mancanza sul territorio di una struttura simile. È un monito a ricordarci che arriviamo da quella storia, una valorizzazione delle nostre radici; per far capire a chi viene in visita qual è il nostro passato, come hanno lavorato per decenni i nostri artigiani e cosa erano in grado di fare con la sola forza motrice delle braccia. Il terzo piano, mi piacerebbe diventasse una sorta di aula universitaria dove gli studenti possono imparare a conoscere i materiali.

Noi siamo un’azienda di produzione e tale identità ci qualifica in tutto. Per questo anche quando arrivano i nostri clienti li facciamo dormire nella nostra cascina ad uso foresteria, poco distante da qui, pranzano al Museo, visitano la tre fabbriche: vivono la Riva 1920 a 360°.

Tale attenzione al territorio e alla tradizione artigianale, come si traduce in termini di filosofia produttiva?

Noi lavoriamo solo con laboratori della Brianza Comasca, e un paio al di fuori della Lombardia. Tutto ciò che realizziamo, ad eccezione del legno comprato in America perché di riforestazione o il Kauri della Nuova Zelanda quale legno di riuso, è interamente prodotto qui. Dietro a questo modo di pensare, c’è un prodotto sano, lavorato con grande attenzione. Non utilizziamo chimicità e neppure truciolati.

Allo stesso tempo, abbiamo dato vita al progetto Naturaly Living: compri un mobile Riva e ti diamo la pianta dello stesso legno.

Ambienti sempre più caldi e interior sempre più favorevoli al legno… Voi giocate in casa!

La tendenza di avere case con una predominanza del legno è in crescita. E oggi una casa è arredabile completamente con le collezioni Riva 1920. Stiamo portando avanti una lavorazione secondo modalità e forme moderne, sebbene primaria per noi è la ricerca di legni nuovi, secondo il DNA della Riva. Importanti sono gli approcci con i tanti designer con cui collaboriamo, che comportano crescita e conoscenza; in primis con Terry Dwan che ci segue da 16 anni come una sorta di Art Director, una designer che ha tanto gusto e capacità di percepire il bello.

Per noi l’arredo deve offrire flessibilità, deve essere finalizzato al prossimo, deve essere in grado di essere tramandato per generazioni.