Expo 2015. Il Principato di Monaco punta sui temi della solidarietà e del riutilizzo

Tre sono i temi principali che vuole approfondire Il Principato di Monaco attraverso Expo: cooperazione, intesa come una migliore condivisione di ricchezze a livello internazionale; governance, supportando ricerca e innovazione per creare politiche e iniziative sostenibili; didattica, quale autentica e irrinunciabile risorsa per il futuro, in grado di sensibilizzare i cittadini.

Progettato dall’architetto italiano Enrico Pollini, lo spazio espositivo del Principato di Monaco, che copre una superficie totale di 1.010 metri quadrati, è frutto di una riflessione sulle tematiche dell’ecologia, del riciclo e del riutilizzo.

Diciannove containers sono stati utilizzati per realizzare le mura. Questi, in qualità di modulo di trasporto più utilizzato al mondo, hanno il compito di veicolare il concetto di scambio e commercio, e rappresentano un concreto esempio di recupero creativo.

Il tetto del padiglione è interamente in legno ed è stata progettata
in maniera tale da raccogliere l’acqua piovana e alimentare le piante e le colture che fanno parte del complesso. La posizione stessa del padiglione verso il sole è pensata come riparo: accetta solo un massimo di luce indiretta (dal lato nord) mentre si abbassa notevolmente in corrispondenza del lato sud, dove la luce solare è più forte.

Progettata dallo studio tedesco Facts and Fiction, l’intera area espositiva prevede dieci distinte stazioni. Tali postazioni affronteranno differenti argomenti a proposito della salvaguardia dell’ambiente.

Dopo aver attraversato la sala espositiva, i visitatori hanno la possibilità di entrare nell’area ristorante: lo scopo dell’architettura è quello
di mantenere un effetto di assoluta continuità e anche qui l’elemento della scatola in legno ritorna. È però l’atmosfera a cambiare: non ci troviamo più all’interno di un magazzino ma nel mezzo di un tipico mercato monegasco. Il filo conduttore della cucina è “il prodotto
 per il prodotto”: secondo questa filosofia, essenziale sarà lavorare la materia prima il meno possibile, così da offrire piatti sempre
più vicini al concetto di natura inalterata.

Per il Padiglione di Monaco, Milano non sarà 
la meta finale. Al termine di Expo, infatti, l’intera struttura verrà smontata e riutilizzata nel Burkina Faso come sede operativa della Croce Rossa locale.

La Croce Rossa di Monaco, in collaborazione con la Croce Rossa del Burkina Faso e i loro rispettivi governi, stanno infatti affrontando la loro più grande sfida umanitaria: trasformare il padiglione di Monaco per Expo 2015 nell’elemento principale di un innovativo
e sostenibile centro di formazione e di alloggi vicino a Ouagadougou (capitale del Burkina Faso) e al futuro aeroporto internazionale.