SingaPlural e il processo creativo del design. Intervista a Mark Yong

Organizzato dal 2012 dalla Singapore Furniture Industries Council (SFIC),  ‘SingaPlural’ è stato concepito al fine di creare una piattaforma comune per avvicinare i progettisti all’industria, palcoscenico per i vari comparti del design: dall’architettura e urbanistica, all’architettura del paesaggio, dagli interiors, agli arredi, grafica, moda e pubblicità.

La manifestazione si conferma infatti  luogo di raccolta dei talenti dell’industria del design che si esprimono e si fanno conoscere attraverso installazioni, spazi, simposi e molte altre attività collaterali.

In concomitanza con International Furniture Fair Singapore 2015/32nd ASEAN Furniture Show, The Décor Show 2015 and Hospitality 360º, quest’anno per la prima volta la manifestazione si è tenuta in una location unica dando così la possibilità ai visitatori della design week di avere un’idea organica e complessiva del valore e della varietà dei progetti presentati. Un luogo di incontro, scambio e divertimento, dove è possibile seguire  l’evoluzione di alcune installazioni che si trasformano in una continua interazione con il pubblico.

Tema di questa edizione è stato “il processo”, inteso come scoperta di cosa si nasconde dietro un prodotto finito, il racconto dell’idea da cui nasce e dalla quale si muove. A raccontarci le finalità di questa edizione è Mark Yong,  Chairman di SingaPlural.

Alla sua quarta edizione, quali obiettivi si prefigge SingaPlural?

SingaPlural è nata con l’intento di estendere la proposta della fiera IFFS, costituendo una specie di fuorisalone, come avviene da voi durante il Salone del Mobile.

Con questa manifestazione abbiamo voluto costruire una piattaforma che consentisse ai designer della regione asiatica di esprimersi liberamente mostrando le proprie idee creative ad un pubblico internazionale.

Per le prime tre edizioni, abbiamo presentato installazioni e organizzato incontri ed eventi in location dislocate in differenti punti della città. Ci siamo però resi conto che i visitatori spesso non riuscivano a vedere tutto quello che veniva proposto in città, perdendosi a volte alcune installazioni fondamentali.

Quest’anno per la prima volta abbiamo deciso di raggruppare tutte le iniziative in un unico luogo, una vecchia centrale della polizia, diventato il fulcro della design week a Singapore. In questo modo abbiamo voluto fornire ai visitatori una visione più omogenea e globale di quanto sta avvenento nel campo del design nella regione asiatica.   Il luogo è frequentato durante tutto il giorno da architetti, designer, aziende, studenti, visitatori di tutte le età, che hanno modo di incontrarsi e interagire in un ambiente davvero molto stimolante.

Quest’anno il tema scelto è “il processo”. Perché?

Per questa edizione i curatori del festival hanno pensato fosse particolarmente interessante mostrare qual è il processo dietro la creazione di un progetto. Nel design infatti quello che normalmente si vede è  il prodotto finito. Ma questo rappresenta solo il 5% della vita del prodotto stesso. Dietro la sua realizzazione  ci sono infatti storie, intuizioni, sperimentazioni, scoperte… Grazie a questo tema, volevamo che i designer spiegassero e mostrassero il processo creativo – dall’idea alla realizzazione – che ha portato alla definizione di un loro progetto. Molte installazioni sono state realizzate direttamente in questa location, giorno dopo giorno,  e i visitatori hanno avuto modo di seguirne la loro evoluzione. Un lavoro molto ispiratore.

Da dove arrivano i designer che partecipano a SingaPlural?

Per la maggior parte da Singapore e poi dal resto della regione orientale: Taiwan, Filippine, Tailandia, Giappone, Corea…SingaPlural rimane infatti una vetrina per il design asiatico.

Come può essere utilizzato il design per supportare l’industria?

In passato a Singapore semplicemente si producevano merci per brand internazionali più o meno conosciuti.  Ora però in questa regione sta diventando sempre più caro produrre e si è reso necesario pensare ad investire nella proprietà intellettuale. Investire in design significa proprio questo, investire in proprietà intellettuale per differenziarsi e per dare valore alla propria produzione.

E per il futuro di SingaPlural su cosa punterete?

SingaPlural si basa sullo sviluppo di sei filoni: i progetti, le installazioni, gli eventi, i simposi, i tour e i riconoscimenti. Vogliamo continuare a lavorare su questi filoni, potenziandoli e perfezionandoli in modo che la manifestazione diventi sempre più una piattaforma di scambio non solo per il design asiatico ma anche per il design internazionale.