Il design italiano seduce la Russia

Sul mercato russo si gioca molto del futuro dell’industria del mobile italiana. Mosca è infatti uno dei principali partner commerciali nel settore, grazie anche all’allargamento delle classi agiate e a un gusto che premia il design italiano, sia classico che sperimentale. 

La Federazione Russa è una delle aree più allettanti per le esportazioni italiane della filiera legno-arredo. L’interscambio commerciale tra i due paesi cresce dal 2008 ed è stato alimentato, negli ultimi anni, da società che operano nelle regioni lontane da Mosca e che cercano fornitori e partner nei settori dell’arredo, ufficio, finiture, bagno e illuminazione.

L'Italia è da anni tra i primi esportatori di mobili in Russia, dove è destinato quasi il 10% dell'export del legno-arredo. Nel 2013 l’Italia ha esportato in Russia arredi e materiali riconducibili alla filiera dell’abitare per 589 milioni di euro, e rappresenta il secondo fornitore dopo la Cina. A fronte di una contrazione generale dei valori, il Belpaese mantiene comunque le proprie posizioni, confermandosi come al secondo posto nei mobili e articoli per l’illuminazione, mentre per i materiali ceramici si colloca in quarta posizione. I prodotti italiani, destinati alla fascia alta del mercato, trovano spazio in numerosi showroom locali. Si stanno diffondendo, inoltre, i punti vendita monomarca delle più prestigiose aziende italiane (fonte: Ice).

Le opportunità in Russia continuano a essere importanti, sia perché i russi amano il made in Italy, sia per i grandi investimenti immobiliari, anche da parte del governo. 

Oltre che all’agroalimentare, alla moda e alla meccanica, la percezione del prodotto italiano fra i russi è legata molto al design. Conquistare quel mercato significa anche aprire la strada verso gli altri paesi in crescita dell’ex Urss, come Kazakistan, Uzbekistan e Azerbaigian.

Nonostante la forte concorrenza cinese, le esportazioni italiane stanno generando numeri importanti anche nel corso del 2014, soprattutto in virtù della domanda dei “nuovi ricchi”, attenti alle tendenze, le novità e le sperimentazioni del settore. Con lo stile classico, che vince ancora con i suoi mobili in legno massiccio e forme ridondanti, convivono sempre di più le varianti più coraggiose ed eccentriche, vintage o tech, che affascinano le classi più abbienti. Il classico resta comunque un punto di riferimento, come si vede soprattutto nella scelta dei lampadari italiani o dei tessuti d’arredo della tradizione russa. Comincia intanto a sfiorare anche i paesi della Federazione il tema dell’ambiente, facendo crescere la domanda di mobili e tessuti ecologici (fonte: Indaco, International Business Devepoler).

Intanto la Cina, principale antagonista dell’Italia sul mercato internazionale dei mobili, vuole rafforzare la presenza in Russia. Tanto il presidente dell’associazione dei produttori di arredamento cinesi (CNFA) Zu Changling ha fatto sapere che le loro imprese stanno valutando l'opportunità di avviare produzioni nell’ex Unione Sovietica, che rappresenta oggi uno dei dieci principali acquirenti di prodotti per l'industria del mobile made in China. Zu Changling sostiene che la Russia e la Cina abbiano buone prospettive per la cooperazione nel campo della produzione e fornitura di prodotti del settore del mobile (fonte: Ice Russia).

Nodo cruciale per l’esportazione italiana in Russia restano le complesse pratiche burocratiche e doganali. A tal proposito, sta per entrare in vigore il regolamento TR 025/2012 dell’Unione Doganale di Russia, Bielorussia e Kazakistan relativo alla sicurezza dei mobili e che sostituirà il marchio Gost. Secondo Federlegno, il regolamento contiene alcuni punti controversi, sia per i requisiti richiesti, in particolare uno molto rigido sulle emissi